Oggi parliamo di un trittico mio.
Dico trittico perché ordinate come storia breve son state finaliste al concorso C.O.C.A. prize 2018 e non è proprio un brutto risultato.
Comunque, leggendo le foto per come son disposte ho immaginato un mondo quasi metafisico dove tutto è quadrato (inteso come privo di fantasia e con strutture simili), ho aggiunto una telecamera per far pensare a un mondo dove nulla sfugge , una sorta di 1984 fotografico e infine un uomo che sfugge o tenta, come nei telefilm: the prisoner (roba anni 70),Comunque questa serie televisiva ispirò anche gli Iron Maiden per una canzone. L’arte è un eterno copiare.
Comunque cosa realmente accomuna le tre foto, son la forma delle finestre, tutte simili.
Il colore nelle finestre e la struttura del muro.
Fortuna mia i riflessi dei palazzi, quelli che creano le strutture non son perfettamente squadrati, questo crea forme molto più interessanti e nello stesso tempo giustifica le semi sfere della seconda foto
Una piccola particolarità rafforza il racconto, la prima ha una angolazione dove le diagonali scivolano verso destra, la seconda è piatta e la terza a l’orientamento opposto alla prima
Inoltre nella foto numero 3 c’è un richiamo alla prima che in qualche modo giustifica il racconto.
Una ultima cosa la terza foto è ruotata sul piano orizzontale, nell’ originale l’ometto corre da destra a sinistra, mantenendo questo avrei perso il senso dell’evasione però. Una piccola manipolazione perfettamente lecita in fotografia.
Tutte e tre le foto provengono dalla stessa piazza di Milano, dove c’è casa Milan per intendersi. Infatti l’omettino che corre è sul tetto di quel palazzo.
Ovviamente io ho preso i riflessi nel palazzo opposto, usando un teleobiettivo, in modo da non aver foto da ritagliare e cadenti all’ indietro.