La fotografia ruba l'anima.
ROBY.PHOTO
4 Articoli sulla lettura fotografica
E' solo in italiano purtroppo, cerco un aiuto :)
Considerazioni generiche
Come si legge una fotografia … ma le fotografie si leggono ? Si per nostra fortuna si, come tutte le arti la fotografia ha la sua lingua, che per grande difficoltà o meraviglioso mistero è un linguaggio implicito, cioè oscuro, tocca la sfera del vissuto personale, e porta a esprimere un giudizio.
Giudizio appunto condizionato dalla nostra sfera personale, vediamo un qualcosa di fotografabile, scattiamo, valutiamo a primo impatto poi a monitor o stampa e se necessario si ritocca.
Tutti questi sono passaggi evolutivi nella formazione del contenuto che noi abbiamo visto e intendiamo divulgare, calcolando il fatto non poco importante che da una visione a tre dimensioni siamo passati a quella a due. In ogni passaggio aggiungiamo o togliamo elementi tesi a comunicare visivamente.
insomma un bel casotto.
Ma allora perché riusciamo magari a vivere meglio un brano musicale invece di una foto? Perché di una musica riusciamo a raccontare le emozioni che ci trasmette e invece di una foto tante volte ci blocchiamo e troviamo ostacoli nel esprimerci ?
La risposta è che abbiamo da imparare la base..grammatica e sintassi.
Senza le basi assaporare i contenuti di una fotografia diventa difficile.
Altro elemento importante è quanto tempo dedichiamo all'osservare la foto stessa.
Nella nostra era ci passano davanti una quantità di foto immensa. Solo un occhio allenato trova gli elementi chiave in pochi attimi. Permettetemi un paragone : un microbiologo osserva un vetrino al microscopio in pochi istanti è in grado di osservare dettagli dove un profano magari impiega un tempo lunghissimo. La stessa cosa accade in fotografia.
Ecco forse perchè una musica la assaporiamo al volo mentre a volte in una foto non ci si capisce nulla.
Ma come la musica, e come ogni arte la fotografia è un misto di quello che si chiama armonia e ritmo. In fotografia si parla più di dinamismo e staticità. Staticità per un fotografo è il trovare gli elementi fotografabili nell’ambiente, un classico: il paesaggio tende all’ armonia di solito, aggiungere dinamismo a un paesaggio vuol dire metterci un qualcosa in più..il movimento delle onde, il passaggio di uno stormo, un omino col trattore, o semplicemente scegliere una posizione di scatto che dia a delle meravigliose colline un senso di movimento che magari fotografando stando in piedi non si riesce a dare.
Lo stessa cosa vale nei ritratti e in tutte le foto in generale.
Un sasso può esser dinamico se collocato nel punto giusto.
Ma questo è solo lo spartito su cui si compone la foto, una fotografia può essere molto di più.
Ricordiamoci sempre che la fotografia specie in europa basa i suoi canoni sulla pittura classica. Per cui è ricca di regole e tecnicismi. Sono da rispettare queste regole ? Lo vedremo dopo.
Guardando la foto in generale, la foto può cadere in tre insiemi Forma,Informazione,Emozione, oppure in tutti e tre gli insiemi contemporaneamente, e allora la foto diventa davvero un qualcosa di più.
Nel mondo della forma, il primo livello, si guarda quando la foto è precisa dal punto di vista formale, cioè la sua correttezza dal punto di vista tecnico, secondo i canoni normalmente accettati . Niente luci bruciate neri troppo chiusi, forme tagliate e via così.
Il livello informativo è quante nozioni ci dà una fotografia , cioè dove è stata scattata..nazione, città, casa, l’ora, e via così.. e tutto queste deve esser nella foto stessa..sotto forma di cartelli stradali, una collana al collo, il titolo di un giornale. Provate a cercare la foto di Koudleka della primavera di Praga del 1968 per comprendere quanto il livello informativo può essere importante. Son arrivati i carri armati russi a Praga per soffocare una spinta di ribellione di un popolo autonomo, il fotografo riprende la camminata centrale di Praga completamente vuota e con un orologio che indica il mezzo dì. Tutto è deserto dove normalmente pulsa la vita della città. Qui il livello informativo è altissimo rappresentato dall'orologio che indica l'ora di punta e le architetture specie dello sfondo che ci permettono di identificare il luogo. Rendendo la foto un documento storico di enorme portata.In quanto l'evento è stato unico nella storia fino a ora.
Il livello emotivo è quello più soggettivo, legato appunto al sapore che una foto ha, alla sua carica emotiva. Stiamo parlando di un livello molto personale dove una immagine incontra la nostra sfera intima e inconscia,pertanto sfociamo del difficilmente raccontabile e confrontabile è in questo livello che spesso troviamo discordanza di opinioni e metri di valutazione. Del resto i gusti son gusti e il bello è negli occhi di chi osserva. Giusto? No almeno in prima battuta questo è giusto ma di nuovo il saper osservare e appunto leggere ci permette di innamorarci e disinnamorarci della foto nello stesso momento. In pratica valutare quanto stiamo caricando emotivamente una immagine e quanto arriva da essa. E' grazie a questo valore che una foto riesce a elevarsi uscendo dal mondo personale a quello globale fatto di tanti osservatori diversi.
Questa è proprio la linea base..cioè guardando la foto in generale.
Sono regole assolute queste?
No
Stiamo parlando di arte e direzionalità,forza,ricerca dell'arte vanno verso la rottura delle regole.
In fotografia esiste solo un vero e unico dogma invalicabile : tutto quello che io inserisco in una foto deve essere leggibile nella foto stessa. io posso fotografare un orizzonte tutto storto ..un ritratto e prendere solo un orecchio … fare metà foto tutta col bianco bruciato e l’altra metà completamente nera, mettere il mare al posto cielo...ma a nulla servono titoli poetici o didascalie complesse. La sola vera spiegazione del perché ho fotografato un palazzo tutto storto deve arrivare dalla foto stessa. Oppure da un racconto fotografico o progetto, ma per ora consideriamo una foto singola.
Lettura della foto
Come si legge una foto ?
Tutti noi partiamo dal maledetto condizionamento di cercare come prima cosa il soggetto.
E' un implicito della fotografia questo, nella pittura la ricerca del soggetto come scelta primaria non c'è.
Ma cosa è un soggetto ?
Seguendo i principi della scuola Gestald un soggetto risponde alla legge delle segregazione cioè è in grado di emergere subito dallo sfondo.
Direi che è una buona definizione.
Del soggetto possiamo valutarne la sua :
Originalità : cioè quanto è fuori dal comune,lo sanno bene i fotografi di macro naturalisti, ormai fotografare la farfalla sul fiore non dice più nulla, adesso come minimo deve esser sul gabinetto che legge il giornale.
Forma: cioè il contenuto formale , per chi non sapesse di cosa sto parlando rimando alle lezioni precedenti , dove una fotografia deve rispondere o meglio dovrebbe rispondere a una formalità corretta.
Il suo valore informativo : cioè quanto un soggetto riesce a raccontare di se stesso , come il valore informativo globale.
Interpretazione : cioè la capacità di ricreare un soggetto, per chi non lo conoscesse invito a guardare le foto di Witkin Peter. Attenzione son immagini molto crude.
Per intenderci se un soggetto è forte cioè comunica un messaggio univoco , il fotografo non ha da spremersi troppo, e con forte non si intende per forza una scena di guerra, possono anche essere occhi particolarmente belli oppure una scena molto emotiva. Dove invece ci si ritrova con un soggetto debole ad esempio una mela è il fotografo che deve fare un grande esercizio di stile per rendere la foto comunicativa..per esempio creare condizioni di luce particolari .
Quando e se il fotografo esercita una grande forza interpretativa, in genere la si chiama forza dell’autore, si ha una evoluzione o conferma stilistica, cioè il fotografo per esempio passa anni a fotografare manifesti blu con persone vestite di rosso vicino, oppure si evolve , tenta variando il tema dei suoi scatti a creare uno stile nuovo personale e decide di abbandonare modelle e manifesti per fare altro.
L’interpretazione apre pagine consistenti di discussione , perché implica la scelta stilistica e tecnica del fotografo. Per intenderci se è semplice fotografare un fiore diventa assai più difficile farlo se inizio a valutare lo sfondo , la luce , ecc e se mi pongo la questione se il soggetto può risultare consono al mio stile fotografico. Per esempio se io fotografo sempre fiori con i colori complementari ben marcati e trovo un fiore ricco di sfumature e toni pastello, mi devo chiedere se è una foto inseribile nel mio portfolio oppure no.
Esulando un poco dalla lettura fotografica del soggetto è interessante chiedersi quanto il mezzo utilizzato ci possa condizionare nelle scelte compositive o se stiamo leggendo una foto liberarsi dai condizionamenti nostri e valutare quanto e se lo stesso soggetto collocato diversamente potrebbe o meno dare un significato più forte all’intero messaggio.
Le macchine digitali offrono un rapido riscontro posizione soggetto, messa a fuoco , collocazione compositiva. Tranne nel caso in cui si fotografa soggetti in rapido movimento, l’istante in cui tutto si oscura offre al fotografo una tensione del dopo scatto..sarà tutto come ho visto ? durante quei millisecondi di buio sarà accaduto qualcosa che la revisione rapida mi cela ?
Ma ha anche un grande svantaggio tende a far generare foto ben composte.
Come gli antichi dipinti giapponesi insegnano a volte ritrarre gambe e braccia tagliate non è così male..offrono il pensiero di una continuità..cioè io fotografo qui ma come vedi vicino a me c’è ben altro.
Nella foto di riis della donna anziana alla stazione di polizia, compare la mano del fotografo col fiammifero..stava per accendere il flash, a distanza di anni ci dà la possibilità di sapere come fotografava lui..è una sorta di documento tecnico. Esempio ancora più grande è la foto di lartigue con la macchina da corsa, è ancora adesso considerata una delle foto che meglio riproduce il senso di velocità.
Quello che voglio dire è che son esisti una serie di fotografi che hanno accettato o ricercato foto dove il soggetto compare a mala pena o compaiono cose mozzate , nell’ epoca digitale è ben più difficile trovare cose del genere. Si tende alla perfezione, ma la possiamo considerare anche un errore se la sua ricerca diventa prioritaria in quanto più è perfetta una foto più tende all' armonia, ma l'armonia pura è noiosa, rivela tutto e subito senza lasciare spazio alla fantasia.
Come ha detto una volta Philipe Daverio: “ se noi passiamo per strada e sentiamo una melodia di piano arrivare..debole ricca di disturbi, pensiamo a un pianista in un abbaino che fa esercizi appassionati non accade se siamo a casa ad ascoltare l'alta fedeltà”
Valutare una foto
proviamo ad andare avanti cercando di comprendere come si valuta una foto.
Abbiamo visto un primo rapido esame generale, e rimaniamo sempre sul generale.
La fotografia pur essendo bi dimensionale ha un certo numero di piani in cui si fonda, il primo piano è detto : PIANO MATERIALE
Cioè il suo supporto… sia esso digitale o fuori da internet le dimensioni e il tipo di stampa effettuata.
Fuori questione che una foto si valuta dalla sua stampa e non dalla visione digitale se possibile.
Il tenerla tra le mani o ammirala in una mostra ci dà una valutazione più esatta di quello che il fotografo ci vuol dire. Và da sé che se io decido di stampare come ancora avviene in francia usando le tecniche del dagherrotipo avrò una stampa che fornirà un certo numero di dettagli in meno rispetto a una stampa grane come una parete.
Il secondo piano è quello descrittivo, ogni foto è divisa non solo in primo piano e sfondo, ma spesso possiede un piano intermedio e a volte anche un ritorno al primo piano. In questo ritorno era maestro Adams che trasformava i chiari /scuri del cielo in veri e propri vettori di luce che riportavano l’occhio dal guardare lo sfondo al primo piano,Drive in e monte Cheyenne è una foto classica con questa tecnica, tecnica che ritroviamo in molte foto di paesaggio che si fanno ora. Ma non solo nel paesaggio.
E’ anche possibile eliminare i piani sfruttando i principi di percezione della Gestalt, dove i piani sembrano fondersi l’uno con l’altro,provate a guardare le fotografie di Keita.
Nel piano descrittivo cadono anche tutti i fattori compositivi e tecnici tra cui appunto il tempo di scatto e la profondità di campo.
Notare che stiamo parlando di elementi che possono essere o non essere in una foto …ma se ci sono e sono consoni al messaggio che la foto ci comunica in generale sono elementi che danno valore alla foto stessa.
L’assenza del piano descrittivo può essere compensata dal piano mentale.
Il piano mental deriva dalla nostra capacità di ricostruire una scena guardata. La nostra vista infatti se è vero che dipende dall’ occhio , dipende anche da quello che la nostra mente crea. La nostra vista infatti è fenomenologica, cioè vediamo il fenomeno , il manifestarsi di un oggetto non l’oggetto , la prova è che al buio non vediamo mentre i pipistrelli si .
Mentre guardate una fotografia piccina se vi soffermate sentirete che dovete quasi mettere a fuoco punti diversi della fotografia stessa..in realtà è solo il piano mentale che stà elaborando, mentre leggete questo scritto se vi soffermate a prendere consapevolezza che magari siete seduti..che arriva della musica, che dalla cucina c’è nell’ aria un buon odore di mangiare..voi si che continuate a leggere ma il vostro piano mentale si modifica. Rischiando di dimenticare o assaporare meglio la visione della foto. Lo stesso succede al fotografo mentre scatta, lui riporta dentro lo schema della foto i suo schemi mentali, pertanto possiamo dire che se alcune foto sfruttano bene gli accorgimenti per descrivere al meglio un ambiente o un ritratto possono avere un piano mentale molto ridotto…usando i sentimenti possiam dire che la foto ha poca anima.Se invece un fotografo introduce i proprio schemi mentali nella foto e noi mentre la osserviamo sentiamo di voler vivere un momento di contatto assoluto con la foto isolandoci e cercando di assorbire la foto stessa, il piano mentale è molto forte… e non è necessario fotografarla persona per intero..basta un occhio..non serve una persona nella foto basta la sua ombra, e non serve una nave nel mare…basta metterci una barchetta di carta.
Lo sfondo.
Proviamo a completare le linee guida per la lettura di una foto: tante parole sul soggetto..ora rimane da studiare LO SFONDO
Più importante del soggetto a volte, è il più trascurato.
Avere lo sfondo adatto vuol dire aver realizzato almeno l’ 80 % della foto.
Come mai è così importante? In chi osserva scatta un meccanismo particolare. Un mio amico giornalista mi ha detto: la gente è superficiale quando la fotografi e pignola quando guarda il risultato.
Assolutamente vero.
Foto con sfondo in studio o ambientato all’esterno?
Ovviamente la scelta è personale. Tra i grandi fotografi di studio ne ricordo due africani: Keita e Philip Apayaga..una concezione di utilizzo dello sfondo davvero notevole.
Per valutare lo sfondo la prima domanda utile da farsi può essere: si collega al soggetto o lo contrasta?
Per valutare questo si può tentare di pesare le informazioni che lo sfondo può dare ( a livello di dati sul luogo, sul tempo e sulla situazione particolare).
Associato al concetto di sfondo c’è poi la parte compositiva della foto che può essere presente o meno. Ovviamente una buona composizione ne arricchisce il valore.
Elenco brevemente alcuni elementi compositivi fondamentali su cui porre attenzione :
Rapporto dinamismo/equilibrio
Disposizione degli elementi nello spazio
Forme, intese come forme geometriche
Creazione di angoli e linee guida (esplicite ma anche meglio se sono implicite).
Trame e textures.
Gradienti di luce e struttura
Piano di ripresa e piani riprodotti
Analogie e contrasti
Nitidezza, movimento, sfocato.
Formato.
Per il colore :
Effetto emozionale complessivo dato appunto dal colore.
Contrasto di complementari.
Contrasto di primari
Contrasto caldo freddo
Contrasto di quantità
Contrasto di qualità
Sulla bellezza della foto
Perché una foto è bella e l'altra no ?
Spesso giudichiamo una foto bella e ci fermiamo lì ..è giusto ?
A logica si.. valutare una foto bella può essere sufficiente.
Tanti mi piace vuol dire che la foto è bella.
Detto così per chi è vicino ai mondi artistici può sembrare una sciocchezza.
Ma nei siti dove è possibile che il pubblico "voti" una foto si verifica un meccanismo particolare...
Prendiamo l'esempio del sito Flickr :
ci sono foto banalissime anzi peggio ancora che magari hanno 2000 mi piace e foto "valide" con 20 mi piace...questo perchè chi pubblica le foto ha la possibilità di girare e votare altre foto, più tempo passi a fare questo,più i like alle tue foto aumenteranno di riflesso perchè chi ha preso il voto si sentirà in dovere di ricambiare, generando catene di votanti in rapporto amichevole fra loro.
E fin qui non c'è nulla di male..dopo tutto la fotografia è divertimento per cui...Quello che può esser pericolo è che prima di tutto io che magari son fotografo mediocre alla luce di 2000 like vado a pensare che sto facendo capolavori, e evito di evolvermi o studiare i miei difetti, per chi sta cercando una sua forma di espressione fotografica il trappola è ancora più pericolosa.
Io pubblico una bella foto di paesaggio...piuttosto riuscita..e piovono i like, allora è possibile che eviterò di pubblicare foto magari più cariche di contenuti mediatici ma magari meno piacevoli ad un primo impatto per evitare un calo di like oriento il mio sguardo fotografico verso soggetti piacevoli.
Ecco la trappola.
Ma la fotografia come altre arti non si valutano con il metro della bellezza o meglio non solo con quello.
Per cui giudichiamo applicando il metro della bellezza, ma cosa è la bellezza ?
rispondere a questa domanda è meno facile del previsto.
Secondo Platone la bellezza è l'insieme di proporzione, armonia, unità.
Secondo Aristotele ordine , simmetria e definizione.
loro erano in disaccordo..e la saga continua fino ai giorni nostri.
Esistono però dei punti fermi: Kant diceva che la bellezza è sempre un valore positivo e ci si ferma a goderne
per il semplice fatto che una cosa è bella ..ricavandone solo delle emozioni. Siamo già felici così.
E come si comporta l'arte davanti alla bellezza? Fino alla fine del 1900 per le arti rappresentare il bello era il
tema centrale,a parte pochi autori..come Bosh e Goya..tutti gli altri se dipingevano un Gesù martirizzato..era
sempre rappresentato in maniera delicata ..tendente alla serenità non al dolore.
Negli inizi del xx secolo la pittura abbandona il concetto di bello...come pure la fotografia.
E ora passiamo alla fotografia...La fotografia scopre che ritrarre quello che generalmente dà fastidio..o è
escluso dal bello è interessante, è documento e libertà di espressione comunicativa. C'è chi ha speso anni a
fotografare mozziconi di sigarette...
Siamo di fronte a un bivio..che dura ancora oggi..fotografo ricercando il bello oppure no ?
Se decido per lavoro o per hobby di fotografare il bello inevitabilmente prima dello scatto cercherò di pensare se
il risultato mio sarà approvato da una larga massa di persone.
Il pensiero che la bellezza è negli occhi di chi guarda si trasforma in un incubo. Pubblico o espongo una foto che
ritengo bella e magari solo una persona mi mette il fatidico like...ho mancato il bersaglio.
Raggiungo il traguardo se magari a un matrimonio trasformo sposi un po bruttini in due figure romantiche e da
sogno grazie alla mia abilità di fotografo.
per realizzare una foto bella allora devo soddisfare due canoni :
seguire il valore comune del bello e nello stesso tempo metterci un pò di forza interpretativa.
Ma se io non fotografo il bello?
anzitutto ci sono svariate sfumature..per esempio se prendo una modella molto bella e la faccio correre
poi quando è sfinita la fotografo ..la modella rimane bellissima ma io la fotografo col viso stravolto.
però faccio l'estremista e fotografo una modella super brutta, e che piange.
La pubblico... un solo like..ho mancato il bersaglio ?
Per i canoni di facebook o similari probabilmente si, ma se io conosco i potenziali della fotografia e leggere in modo critico le foto son perfettamente in grado di valutare le potenzialità della mia modella bruttina...e comprendere se son sulla via giusta per esprimere concetti. Magari ho per le mani una foto valida per un concorso o una mostra e solo io in prima analisi lo devo comprendere.
Cioè se evito di fotografare la bellezza allora davvero il bello è negli occhi di chi guarda.
In fotografia la bellezza si riduce a un concetto stilistico da seguire oppure no.
Saper valutare una foto che non corrisponde alla bellezza classica è parte integrante di chi legge la fotografia.
Per cui credo si possa dire che valutare o indicare una foto semplicemente come bella e passare oltre sia
riduttivo in linea di massima. Certo occorre tolleranza..ma anche saper leggere.
Ancora sulla bellezza.
E completiamo il discorso sulla
bellezza per poi abbandonarlo...
Per chi non lo avesse letto rimando alla lettura dell' articolo precedende
se desideriamo seguire i canoni
classici della bellezza esistono anche regole e tecniche da seguire
per raggiungere il risultato..per esempio ci si aspetta che la luce
in un panorama cada dal basso verso l'alto o che il soggetto sia
molto nitido. Oppure nel colore risultano molto piacevoli i
complementari accostati di pari volume.
Ma se usciamo dai canoni comuni della
bellezza?
Le cose appaiono brutte? Certo che
no..da qualche parte dicevamo che la vista nostra non è solo data
dall' occhio ma anche dalla nostra esperienza..
La stessa cosa succede con la
bellezza..sia nella bellezza canonica, io son liberissimo di trovare
brutto il dipinto della gioconda,e in effetti mi dice poco assai... e
a maggior ragione possiamo trovare fascino in foto dove la maggior
parte delle persone dice orribilmente brutte !
Cosa accade dunque? Che osservando un
qualcosa la nostra mente si ristimola.. ha dei richiami provenienti
dal passato che entrano in risonanza con ciò che vediamo..e
riusciamo a trovare fascino e bellezza..
Allora per me come per molti le foto di
Capa diventano belle e anche le foto di Cagnoni in Jugoslavia.
Foto dove il canone di bellezza crolla.
In fotografia aspetti che rendono bella
una foto possono essere..la chiarezza del concetto, la ricercata
semplicità, la rivelazione di dettagli non immediati, il decadimento
della bellezza stessa. E altro ovviamente.
il decadimento :
E' il decadimento della bellezza che
porta poi ad ammirare le foto di Capa sulla guerra?
Ma il decadimento inizia nell'assaporare un tramonto..spettacolo eterno, gratuito e sempre
affascinante. Nel sapore di giorno che finisce c'è la sua chiave,
poi il fotografo può decidere di aggiungere bellezza magari con un
bimbo che gioca a pallone oppure di incrementare il senso di
decadimento con un anziano seduto su una panchina.
Ma è la stessa ragione per cui son
carichi di fascino i fiori sulla via del morire, o certe foto di
still life.
Nel fotografare il decadente si
aggiunge una forte componente di documento, cioè il riprodurre a
testimonianza qualcosa che a breve non sarà più.
E la decadenza di ciò che era bello è
solo un esempio di bellezza chiamiamola alternativa.
Trovato un soggetto dove è ancora
possibile estrarre una forma di bellezza, è compito del fotografo
comunicare ciò che assapora, ma al contrario della bellezza canonica
la prima forma di intenzione non è rivolta a un futuro pubblico, ma
ha una valenza più introversa cioè in prima analisi sarà il
fotografo stesso a prendersi il diritto se quella foto rivela quando
lui ha vissuto al momento dello scatto oppure no. Diventando così
più libero di scegliere. Lo stesso principio è valido per tutte le
forme di bellezza ricercata, insieme a questo vale un vincolo
abbastanza intuitivo: cioè più il fotografo ricerca e si astrae dai
canoni più la sua fotografia deve rispondere a tutti i canoni
complementari altrimenti se il soggetto è astratto e tutto il resto
a livello compositivo e formale sono astratti più il suo messaggio
diventa indecifrabile .
Lo Stile.
Lo stile.. c’è chi lo cerca, chi lo possiede, chi vorrebbe perderlo.
Cos’è lo stile in fotografia?
Diciamo subito che è una evoluzione nel fotografo... una evoluzione nelle
scelte di cosa e come fotografare. Una evoluzione e poi una condizione da
mantenere.
Inspiegabilmente per me, a differenza dei pittori che si possono permettere
di cambiare stile nella loro vita, il fotografo è quasi obbligato a seguire lo
stile maturato a vita, inseguito dal pensiero che se cambia stile , la sua
fotografia non viene più riconosciuta immediatamente come sua.
Lo stile fotografico arriva seguendo una serie di scelte del tutto personali,
principalmente in fase di scatto, o meglio quando si pre visualizza la foto,
già si pensa al risultato finale che sarà conforme allo stile seguito.
Una prima scelta per affinare il proprio stile può essere se inserire o meno
la figura umana nelle proprie foto, altra scelta è il processo di
elaborazione, se trasformare in bianco e nero o magari il cross processing.
Ovviamente l’individuazione di un obiettivo ideale e di una certa macchina
fotografica contribuiscono alla scelta stilistica. Possiamo dire che lo stile è
come il fotografo vede la realtà e quali vie o strumenti usa per realizzare la
sua visione.
Lo stile poi si riflette nella creazione dei suoi portfoli e lavori narrativi.
Includere o meno le figure umane, rappresentare la bellezza, ricercare il
sublime, esprimere il bello di un concetto, svelare la bellezza nelle cose
non comunemente pensate come belle….son ricerche stilistiche.
Lo stile mi permette di fotografare generi diversi (per esempio potrei
dotarmi di foro stenopeico e fotografare momenti di sport e di traffico di
auto insieme). Lo stile potrebbe essere caratterizzato oltre che dalla mia
macchina primitiva da una particolare condizione emotiva che tutte le
persone esprimono, siano essi sportivi oppure intellettuali seduti a una
scrivania.
Esistono in fotografia numerosi stili che si sono consolidati o hanno fatto
moda per poi esser abbandonati o quasi: basti pensare all’uso del fish eye
ossesivo e ovunque ora quasi abbandonato. O perlomeno l'uso di questa
particolare ottica si è evoluto e non è più sufficiente cercare di sorprendere
con linee particolari, occorre applicare queste linee ai soggetti adatti.
E che dire dello stile low grafic ? Il ripudio di tutte le regole compositive
ultra note. A sua volta genera uno stile sobrio e povero, ma non per questo
meno efficace anche nei ritratti. Ne è un esempio Jeremy Scott: woman
carrying fish, taglio sbagliato luci di sfondo bruciate, espressione e posa
neutra.
Passiamo poi a parlare del tanto celebrato stile minimalista, a proposito del
quale ci vorrebbe una pagina a sé, in quanto questo stile è spesso abusato.
Ora è molto di moda sia perché abbraccia il concetto (quasi dogma) che è
importante fotografare il meno possibile, sia perché rimanda il pensiero
comune che è importante ridurre, fare economia.
Lo stile minimalista è a mio avviso sbaragliato dal fascino di poche foto
che cercano l’ordine nel caos, cioè da quelle foto dove il caos umano è
congelato in un attimo di ordine assoluto…mi basta pensare alla foto delle
bimbe di David Gibson-London 2008 oppure la foto di Maria Plotnikova -
Crossroads.
Allo stile minimalista direi che può esser contrapposto lo stile high grafic,
dove le ombre son ridotte al minimo per esaltare il senso di purezza e
sterilità, ma nel contempo è concessa la ricchezza di elementi anzi è
ambita.
Esiste poi l'impersonalità, espressa da maestri come Sanders, i Becher, gli
Alinari e anche in parte Basilico. Anche qui il discorso è molto ampio,
diciamo è un fotografare le cose per come sono, utilizzando a proprio
vantaggio una particolare posizione per inquadrare e mantenere la stessa
inquadratura per tutte le foto successive riguardanti soggetti correlati.
Anche la fase di elaborazione incide, fornisce alla foto il suo look, cioè la
sua apparenza generale, dove magari sono esaltati i giochi di chiaro scuro,
oppure la ricerca del dettaglio o il voler ridurre i neri a neri assoluti. Nel
mio caso io amo molto i colori densi, cioè i colori ridotti nella prima meta
dell’istogramma senza sotto esporre troppo, ma riducendo le alte luci a
comparse minime.
Perchè un fotografo deve mantenere un certo stile a vita? Sinceramente
faccio fatica a comprendere questa convinzione piuttosto diffusa, ritengo
nasca dal caos anarchico presente. Dalla somma delle fotografie realizzate
e la possibilità enorme di pubblicarle, dalla facilità con cui una foto può
essere rubata o scopiazzata, a mio parere deriva una necessità di
proteggersi e, evitando sciocche firme digitali, ricorrere ad uno stile
fortemente riconoscibile porta a trasformare la foto stessa in una firma di
autenticità. Inoltre mantenere sempre lo stesso stile probabilmente è anche
indice di bravura.
Non è nel mio essere seguire questa linearità, preferisco di gran lunga
tentare nuove fasi comunicative e utilizzare stili differenti.
Fonti.
Augusto Pieroni : Leggere la fotografia,edizioni EDUP.
Michael Freeman : L'occhio del fotografo, edizioni LOGOS.
Michael Freeman : la mente del fotografo, edizioni LOGOS
Stephen Shore: Lezione di fotografia, edizioni PHAIDON .
Roswell Angier: Educare lo sguardo, edizioni ZANICHELLI